Vivre dans un réservoir – Arnaud Biais

Egli partecipa così a quella che Alfred Jarry chiamava la patafisica*: “la scienza delle soluzioni immaginarie, che attribuisce simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti dalla loro virtualità”.

Questi oggetti-opere invitano alla contemplazione, alla meditazione, a lasciarsi trasportare dalla ripetizione di certi gesti meccanici o da rumori ripetitivi e rilassanti.

Alcune opere non sono meccanizzate, come Cosmic Disco (2023), dove Arnaud Biais ricostruisce una cosmografia mobile con catene, sfere da discoteca ed elementi di impalcatura; ma anche una fotocopiatrice spogliata del suo involucro esterno e rivestita di schermi che ci offrono proiezioni video sincronizzate, costringendoci a muoverci attorno all'oggetto.

Queste opere mettono in discussione il nostro rapporto con le cose e la comprensione che pensiamo di averne. La loro deviazione, avviata dall'artista, offre una nuova rappresentazione e una nuova percezione della funzione iniziale.
Spetta allo spettatore formarsi la propria comprensione in completa libertà.